Era il febbraio del 1999 quando con un DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) veniva dichiarato lo stato di emergenza nel comune di Roma, in merito alla situazione di crisi socio-ambientale nel settore della gestione dei rifiuti e delle attività di delocalizzazione dei centri di autodemolizione e rottamazione presenti nel territorio.
Dopo dodici anni un nuovo DPCM recita così “è prorogato, fino al 31 dicembre 2011, lo stato d’emergenza determinatosi nella città di Roma nel settore del traffico e della mobilità e per le attività di autodemolizione e rottamazione presenti nel territorio del comune di Roma”
Leggo sul vocabolario Treccani “emergenza: sull’esempio dell’ingl. emergency, particolare condizione di cose, momento critico, che richiede un intervento immediato, soprattutto nella locuzione stato d’emergenza…”. Parliamo quindi di una situazione di assoluta gravità e pericolo, in questo caso per la salute e la sicurezza dei cittadini, che richiederebbe un impegno straordinario ed interventi tempestivi ed efficaci.
Se penso alle decine di proroghe decise per continuare a non risolvere la questione della delocalizzazione degli sfasci, arrivo alla conclusione che il significato della parola emergenza non è conosciuto dai governanti nazionali e locali. O siamo di fronte ad una plateale ignoranza della lingua italiana o, più probabilmente, siamo governati da irresponsabili, professionisti della proroga, con l’aggravante dell’incapacità.
lunedì 10 gennaio 2011
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Visto le continue prese in giro, quando decidiamo di scendere in strada per dimostrare il nostro malcontento su questi governanti irresponsabili e incapaci?????
RispondiEliminaCara Rosella,
RispondiEliminalei ha perfettamente ragione. A questo punto non rimarrebbe che scendere in piazza e far sentire la propria voce. Purtroppo, però, pochi sono quelli che decidono di attivarsi concretamente per il bene del quartiere, mentre ancora molti, paradossalmente, sono coloro che non comprendono quanto gli sfasci rappresentino la principale fonte di degrado, inquinamento, insicurezza e ostacolo alla riqualificazione dell'intera area. Esiste una sorta di rassegnazione alla presenza degli autodemolitori che francamente non riesco a spiegarmi. Ma tant'è, questa è la nostra realtà! Certo, bisognerebbe far "esplodere" il caso, perchè non è più tollerabile una situazione di questo genere che non ha eguali nel territorio nazionale. Stampa, televisione, radio: tutti dovrebbero essere messi al corrente di quanto accade a Pietralata (e non solo)!