martedì 25 maggio 2010

Siamo alla farsa!

Sempre per trasparenza e correttezza di informazione, riportiamo anche la risposta dell'Assessore ai Lavori Pubblici, Mobilità, Bilancio, Progetto Villa Tiburtina, dott. Acchiardi, il quale, in merito alle nostre ripetute sollecitazione per un marciapiede nel tratto di via di Pietralata, altezza civico 206, ci ricorda che:

"...dopo il sopralluogo effettuato, e per procedere con la sistemazione del marciapiede, occorre sentire il rottamatore se è disponibile a cedere una parte della recinzione al fine di poter intervenire con i lavori. Se dovesse essere contrario, il lavoro non si può fare"

Bisogna arguire che la nostra sicurezza è soggetta alle volontà di un autodemolitore. Che il comune di Roma, ovvero il comune più grande di Italia, non può espropriare un piccolo lembo di terra per destinarlo ad un utilizzo pubblico. Che i progetti di riqualificazione, secondo le suggestioni del PRINT, sono ben lontani dal divenire realtà.

Che amarezza...


3 commenti:

  1. Mi auguro che non accadrà mai quello che quotidianamente rischiano gli abitanti del quartiere: percorrere questi tratti di strada privi di marciapiedi è molto pericoloso, soprattutto per i bambini. Mi sembra, purtroppo, uno di quei casi che la cronaca snocciola come "tragedie annunciate". In questo caso, però, le responsabilità sono sotto gli occhi di tutti: le mail ricevute da PietraLaltra attestano mancanza di volontà o incapacità da parte delle istituzioni. In ambo i casi: a che servono politici e tecnici?! perchè hanno diritto a uno stipendio se non vogliono o non sono capaci di garantire servizi basilari (stiamo parlando di pochi metri di marciapiede non aspiriamo certo a una biblioteca a Pietralata: mica è roba da periferia!).
    Mi permetto un suggerimento a potenziali acquirenti, poichè in quartiere è prevista l'edificazione di nuove palazzine: carissimi concittadini, pensateci bene prima di acquistare un appartamento in zona. Voglio dire: che sia bello e confortevole perchè lì dentro rimarrete murati visto che il quartiere non offre nient'altro, neanche la possibilità di andare a comprare il latte a piedi tenedo per mano vostro figlio.

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  2. Ma poi, correggetemi se sbaglio, gli autodemolitori non sono stati profumatamente indennizzati per l'esproprio dei loro terreni?! E, correggetemi ancora, non siamo a ridosso della data, superata la quale, gli autodemolitori avranno di nuovo diritto a rimanere dove sono, tenendo pure i soldi dell'esproprio?! Che dire, se è così: al danno si aggiunge la beffa!
    Ma guardiamo in positivo (è un mio vizio!): abbiamo ulteriore materiale utile (informazioni su chi fa e sa fare il proprio dovere di politico e, soprattutto, chi no - non dimentichiamocelo mai: i politici sono al loro posto per amministrare la cosa pubblica, sono al servizio dei cittadini - noi!) per elaborare la nostra scelta alle prossime elezioni.
    Tutta questa indignazione per un marciapiede dirà qualcuno (come lo stesso Ivano Caradonna in un'assemblea pubblica)?! In queste "piccole" faccende si manifesta CONCRETAMENTE la concezione che gli amministratori hanno dei cittadini: al di là delle belle parole e dei vaghi ideali che risuonano nei salotti della politica, nel loro operato emerge chiaramente la mancanza di rispetto e considerazione nei confronti di tanti cittadini.

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  3. Evidentemente, se il Municipio indica un autodemolitore come proprio interlocutore per realizzare un servizio di pubblica utilità (in questo caso un marciapiede) significa che non è affatto vero che gli sfasci sono stati espropriati: è come chiedere il permesso di poter entrare in casa propria all'inquilino cui si è dato, da tempo, lo sfratto! Oppure, più semplicemente, significa che non c'è alcuna volontà politica a riqualificare via di Pietralata. Delle due l'una.

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