mercoledì 28 luglio 2010

Housing sociale al sapor di sfasciacarrozze


Negli ultimi mesi il Comune ha affondato il pedale dell'accelleratore sulla questione del piano casa. Neanche il tempo dell'annuncio e a Pietralata, nel quadrante compreso tra via Pilla e via Brugnatelli, nel giro di pochi giorni è stata spianata un'area grande quanto oltre un campo da calcio, dove già sono iniziati i lavori di carotaggio, propedeutici alle future costruzioni di housing sociale che il Sindaco ha promesso di realizzare nel giro di qualche anno.


Abituati all'atavico immobilismo cui da decenni la politica italiana ha nutrito il Paese, questa improvvisa accellerazione, più che dello stupefacente, ha del preoccupante, soprattutto in considerazione del fatto che il nuovo progetto dovrà sorgere sulle appendici di un problema irrisolto del quale il Campidoglio si era fatto carico di risolvere, salvo poi far cadere nell'oblio tutti i buoni propositi di risoluzione.


Mi riferisco alla questione degli autodemolitori di cui spesso abbiamo parlato in questo blog. La presenza capillare di queste attività lungo tutta via di Pietralata rende di fatto impensabile una concreta riqualificazione del quartiere che necessità sì di una nuova e diversa razionalizzazione degli spazi, ma anche dell'innesto di nuovi servizi, non identificabili solamente nell'edificazione di nuove palazzine.


L'anno scorso i numerosi incendi negli sfasci, avvenuti democraticamente in tutta la città, avevano sollevato l'ira di Alemanno, deciso una volta per tutte a prendere il toro per le corna, come mai avevano fatto prima di lui i suoi precedessori. Il 23 dicembre il Comune approvava dunque una delibera per avviare il processo di delocalizzazione. Tutto fatto? Macchè! Da quella data - che avrebbe dovuto significare un cambio di rotta - l'attenzione è andata via via scemando, senza che di fatto si procedesse per trovare una valida soluzione. Un silenzio assordante ha così finito per ammantare un dibattito che solo un anno fa sembrava essere destinato ad un definitivo epilogo.


E invece, oggi è ancora tutto uguale. Forse peggio, avendo sul groppone un ulteriore anno di convivenza con gli sfasci. Per cui non si comprende come il Comune - e insieme a lui lo stesso V Municipio, la Regione ed financo il Governo - continuino a perpetuare la politica dell'inattivismo, salvo poi far brillare lampi di tempestiva efficienza in opere che difficilmente potranno esaudire l'obiettivo prefissato, se prima non si sarà provveduto a "bonificare" e infrastrutturare l'intero quartiere.


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