Nuovo quartiere a Pietralata: il bando si chiama "F555" e prevede la costruzione di 555 nuove case di "housing sociale" a Pietralata, su un'area ex Sdo.
Hanno illustrato il contenuto del bando il sindaco Alemanno, gli assessori Marco Corsini (Urbanistica) e Fabrizio Ghera (Lavori Pubblici), il delegato del Sindaco all'emergenza casa, Marco Visconti, e l'architetto Paolo Portoghesi.
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A giudicare dalle slides ( a pag. 2 della presentazione) l'area F è tra il Pertni e la Nuova Itor. Una zona attualmente abbandonata, ma dove erano previste aree verdi pubbliche e servizi (si parlava di una ludoteca). Tra l'altro è nell'area dove facemmo un sopralluogo per un eventuale recupero del verde. 555 nuove abitazioni significano alcune migliaia di abitanti, in una zona già sovraccarica e priva delle più elementari infrastrutture.
RispondiEliminaVedremo, bisognerà analizzare bene il progetto, ma non penso che Pietralata abbia bisogno di un tale sovraccarico di nuove abitazioni (parliamo di un vero e proprio quartiere), quanto piuttosto di aree verdi, spazi pubblici, servizi e infrastrutture. Può darsi che la qualità architettonica delle costruzioni sarà dignitosa (si parla di modello Garbatella, alla presentazione del piano c'era Paolo Portoghesi), però ho forti dubbi che assisteremo a una riqualificazione del quartiere e non piuttosto a una semplice cementificazione. I volumi e le cubature sono notevoli, il verde pubblico mi pare assolutamente residuale.
Qualcuno diceva "a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre s'indovina".
Purtroppo condivido le preoccupazioni di Pasquale, che ringrazio anche per i conteggi che presenta. Sento puzza di emarginazione sociale, di ulteriore disagio, di "buttiamoli lì che non rompono". Bisogna tenere gli occhi molto aperti su questa storia, e soprattutto capire come un quartiere del genere può sopravvivere in termini di infastrutture e spostamenti: o si buttano su monti tiburtini o su via di pietralata, e in ogni caso è un disastro per il traffico pensando a diverse centinaia di macchine in più ogni giorno. Il problema vero con tutta l'edilizia di questi ultimi 40 anni è che ha fatto finta che gli abitanti fossero "stanziali", autosufficienti nel ghetto proposto, come erano le vecchie borgate storiche (pensate alla forma del quarticciolo, vero paese autonomo, con la stazione di polizia, la chiesa, la farmacia e la scuola, oltre alle botteghe che negli anni trenta consentivano alle casalinghe di poter passare tutta la vita dentro il quartiere, mentre gli uomini andavano a fare i muratori a talenti). Oggi sappiamo benissimo che quasi nessuno lavora dove dorme, e uomini e donne devono lavorare entrambi quasi sempre per campare la famiglia. Tanto più in un'area come la nostra (ex sdo, ex vi porto i ministeri, ex vi porto lavoro) che non offre praticamente nessuna prospettiva di lavoro se non a qualche meccanico e che quindi ci costringe tutti a spostarci. Insomma, la vera sfida sono i collegamenti: se porti 2000 persone in più, come cacchio ti sei organizzato per farle SPOSTARE? Penso che come comitato (e come Valli e Montagne e come Rete dei Comitati, a questo punto) dobbiamo sollevare la questione molto ma molto rumorosamente.
RispondiEliminap
"Housing sociale" ovvero: "borgata" (ma fa più fine, signora mia, o piuttosto: scenario degno di "Un americano a Roma 2"!). A fronte di anni, dove non decenni, di proclami su Sdo e Print, ovvero servizi pubblici, rimasti parole al vento e carta stampata, le istituzioni si mobilitano concretamente per costruire case case e ancora case (chi abita in zona mi ha avvertito che i lavori sono già iniziati). I tanti problemi pratici e istituzionali che ritardano costantemente la realizzazione dei servizi, puf, come per magia svaniscono di fronte alle colate di cemento: venghino palazzinari venghino, c'è posto per tutti!
RispondiEliminaVoglio proprio vedere come sarà la convivenza con questi nuovi ignari inquilini. Idea! Potremmo parcheggiare le auto una sopra l'altra; insegnare ai bambini a fare lo slalom tra le auto in corsa o tra quelle rottamate (dove e come farli giocare altrimenti visto che non ci sono parchi? O meglio: ci sono eccome - il magnifico Parco dell'Aniene ad esempio, ma se non sei un autodemilitore non puoi accedere), a vedere tanta tanta tv in casa, poichè non c'è una biblioteca, un cinema, un teatro, una sala, uno spazio alla'aperto dove possano riunirsi, in zona.
Ma sì: costruite case e ancora case radendo al suolo quel polmone verde che, secondo precedenti progetti (quanti ne sono scritti su Pietralata!), doveva diventare un parco pubblico. O meglio, erano previste anche delle costruzioni ma la porzione di verde risparmiata e restituita ai cittadini era significativa e non si riduceva a miseri "giardini" come nel progetto delle nuove borgat... ops, housing sociale.