Polo natatorio di Pietralata: piscine piene d'oro, ma vuote di persone.

Parliamo di un impianto finanziato con soldi pubblici, i cui costi sono lievitati da 10,2 milioni a 13,8 milioni, nonostante lo stralcio delle foresterie mai realizzate, ma previste nel progetto iniziale.
Scorrendo la lista degli appalti assegnati dall’allora commissario Balducci, si scopre che il terzo bando per dimensioni è quello per il polo natatorio di Pietralata, vinto da una vecchia conoscenza delle procure: la Cogei di Roberto Petrassi, recentemente condannato a due anni e mezzo di reclusione per corruzione, insieme al figlio e a Giulio Gargano ex assessore al demanio della giunta Storace, per fatti risalenti al gennaio 2003 .
Nelle intercettazioni dell’indagine, Petrassi spiegava così la sua filosofia “O ti chiami ladro o ti chiami poveraccio, sono due le cose. Noi abbiamo una forma di rubare che è autorizzata sotto certi casi e quegli altri invece sono ladri perché rubano le mele al mercato e vanno in galera. A noi è più difficile che ci mettano in galera, infatti io ho attraversato tutta mani pulite, mani prepulite, le ho passate tutte, sono stato il più grosso gruppo di Roma e in galera non ci sono andato, né sono stato incriminato, perché le cose sono abituato a farle bene”.
Il giorno dell'inaugurazione in pompa magna, il 25 giugno 2009, il sindaco di Roma Gianni Alemanno prometteva l'apertura al pubblico degli impianti, all'indomani dei mondiali. A sette mesi dalla fine dei mondiali, le piscine di Pietralata sono ancora chiuse. E' proprio il caso di dirlo: piscine piene d'oro, ma così tanto vuote di persone e frequentatori.