In un particolare momento storico di totale scollamento dalla realtà, i politici riscoprono improvvisamente i cittadini e le loro esigenze. E così, mettendosi di buzzo buono, tendono le orecchie per ascoltare le loro opinioni, per raccogliere i loro suggerimenti, per esaudire i loro bisogni. Si affannano per coccolarli, popolano Facebook per affermare la propria disponibilità, intasano le mail per garantire la propria vicinanza.
Nel V Municipio, dove da tempo regna una dimensione caotica, e nella fattispecie a Pietralata, da sempre laboratorio sperimentale della città, la situazione non è diversa. Data la particolarità del territorio, dove nei prossimi mesi si giocheranno partite importanti come l'Housing Sociale, il Print, la Nuova Stazione Tiburtina o la dismissione della caserma Gandin, monta la morbosa attenzione dei partiti, sempre più spregiudicati nel procacciare le simpatie e il sostegno dei poveri mortali.
Ed'è tutto un fiorire di incontri, di iniziative, di feste. Adesso, ad esempio, è la volta delle ex caserme. Dopo il risicatissimo 20% riservato ai servizi pubblici, i cittadini di nove Municipi, tra cui il V, avranno la possibilità di esprimere il proprio parere sulla destinazione di questa quota pubblica.
Quanto queste iniziative siano realmente orientate al Bene Comune e non già a biechi escamotage per raggranellare ulteriore consenso non è dato di saperlo. Così come non è dato di sapere quanto realmente possano incidere le proposte dei cittadini rispetto a progetti e piani già belli che chiusi da tempo. Certo fa strano pensare che ogni qual volta ci si avvicini ad una scadenza elettorale, o l'agenda politica venga sparigliata da fratricide lotte interne, come d'incanto truppe di politicanti si risvegliano dal loro torpore per scendere nelle strade e nelle piazze, sventolando ciascuno la propria bandiera e offrendosi in pasto alla concertazione popolare.
Più volte abbiamo detto che i problemi di via di Pietralata, i nostri problemi, hanno molte primavere sulle spalle. Siamo disponibili, come cittadini responsabili, ad apportare il nostro contributo per migliorare la vivibilità dei nostri quartieri. Ma a patto, però, che ci siano davvero orecchie disposte ad ascoltarci.
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