E’ proprio necessario?
Dal caotico incrocio di via di Pietralata con via dei Durantini (a proposito: chiedere un semaforo è troppo?) si imbocca via della Magnetite: la viuzza sale silenziosa tra le palazzine fino all’incrocio con via Brugnatelli, che sembra la prosecuzione naturale della strada, anch’essa d’asfalto. Invece no: via della Magnetite è quella strada sterrata, a sinistra, che prosegue oltre un cancello aperto - soglia di uno spazio ambiguo (uno dei segni della crescita irregolare del quartiere): è una strada pubblica ma si ha l’impressione di trovarsi nello spazio privato delle villette che sbucano alla fine e al lato della strada. Qui c’è l’orto curato dai proprietari della villa giallo ocra, un triangolo di insalata, broccoletti e alberi da frutta tra le palazzine del quartiere. E di fronte, incredibile meravigliosa visione: un uliveto! Sì, nel cuore della città, tra gli autodemolitori e il traffico, una ventina di ulivi occupano, ordinati, un quadrato di terreno. Curati dai proprietari della villetta, sono carichi di olive e risplendono al tramonto evocando uno scorcio d’altri tempi, quando Pietralata era lussureggiante campagna romana.
Ecco: nella mappa del progetto dell’housing sociale al posto dell’uliveto c’è una palazzina:
GLI ALBERI DI ULIVO SARANNO SRADICATI.
A fianco c’è poi il rudere dell’ex colorificio: secondo uno dei mille progetti di riqualificazione del quartiere, sarebbe dovuto diventare un polo culturale, e invece sulla mappa risulta, al suo posto, un’altra palazzina.
Ma non è finita: proseguiamo lungo il perimetro dell’housing sociale. Se torniamo all’incrocio Pietralata-Durantini e ci inoltriamo per la stradina che costeggia il parchetto, via della Lignite, una selva di sterpaglie e spazzatura, si arriva in un altro angolo dove il tempo sembra essersi fermato: casette a uno, due piani e orti. C’è anche quello di Antonio, che appena ci presentiamo ci offre l’uva fragola appena raccolta. L’orto è il suo rifugio: lo coltiva da trent’anni ed era lì che andava dopo aver litigato con la moglie. Oggi arrivano i nipotini: l’uva e l’insalata appena raccolte sono per loro. Anche l’orto di Antonio sparirà. Quel terreno, secondo quanto riportato sulla mappa, diverrà parte di un parco pubblico: una buona notizia per il quartiere, anche se più di un terzo dello spazio verde sarà occupato da una scuola materna e altri “orti urbani”. Spazi ampi per le palazzine, risicati per i servizi.
E’ proprio necessario?
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